“Il 31 gennaio del 1909 nasce a Viareggio Uberto Bonetti, da padre pistoiese Pietro Bonetti e da madre viareggina Maria Teresa Riannessi. Nel 1922-23 inizia gli studi artistici presso l’Istituto di Belle Arti di Lucca.
Ancora studente lavora per scultori ed anche architetti come disegnatore. Finiti gli studi svolge molteplice attività artistica.
Si occupa di grafica pubblicitaria e collabora, come disegnatore e caricaturista ad importanti riviste e giornali quali ‘La Letteratura’ (periodico del ‘Corriere della Sera’) e al quotidiano romano ‘La Tribuna’.
Nel campo della scenografia e architettura scenografica progetta scene per films nel periodo compreso fra il 1941 e il 1956 presso gli stabilimenti ‘Pisorno’ di Tirrenia (PI).
A Viareggio progetta allestimenti importanti quali il Premio letterario Viareggio, la Fiera del Libro e la Ramel.
Conosce molte personalità fra le quali F.T. Martinetti, Lorenzo Viani, Thaiaht, L. Pirandello, M. Bontempelli, M. Abba, G. Ungaretti, S. Quasimodo, E. Montale, C. Zavattini, E. Zacconi, Eduardo De Filippo con i fratelli, Sophia Loren, Gina Lollobrigida e altri…
Nel 1930 ha fatto parte del gruppo futurista (della lucchesia), partecipando a Rassegna d’Arte e di Pittura.
Nel 1931 cre ala maschera di Viareggio, Burlamacco.
Fra il ’32 e il ’37 esegue una serie di pannelli aerofuturisti andati distrutti dei quali restano una serie di bozzetti preparativi, schizzi e piccoli acquerelli.
Dal ’57 al ’75 insegna all’Istituto Tecnico per Geometri di Lucca.
Dalla fine degli anni ’70 insegna disegno dal vero ed educazione visiva all’Istituto d’Arte di Faenza.
E’ sposato con Paolina Paolini.
Ha due figlie, Maria e Adriana, con quest’ultima continua l’attività dello studio Bonetti.
Nel 1975 espone per la prima volta una serie di acquerelli a Viareggio; i lavori si offrono come studio e anticipazione per le esperienze artistiche successive.
Negli ultimi anni infatti U. Bonetti ha orientato la sua ricerca espressiva proprio verso la tecnica dell’acquerello con la quale oggi di preferenza lavora e produce.
Tra le sue opere, quelle che mostrano una analisi dei carattere delle maschere della Commedia dell’Arte rappresentano quasi una sintesi della sua storia artistica”
(scheda redatta dall’artista stesso, pubblicata in AAVV, Il taccuino di Burlamacco, Pezzini Editore, Viareggio, 1993)
Approfondimenti
Burlamacco, maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio, dal 1989 entrata a far parte del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari Nazionale di Roma, fa la sua prima apparizione ufficiale nel Manifesto del Carnevale del 1931 dopo almeno un paio di anni di studi ed elaborazioni che risentono chiaramente del clima futurista di quegli anni ed in modo particolare della Tuta di Thayaht. A documentarne la genesi esistono numerosi disegni in parte conservati in questa donazione (Sezione V), in parte proprietà della Fondazione Carnevale di Viareggio.
Da allora è stata quasi sempre raffigurata nei manifesti ufficiali, tuttavia non è mai divenuto un personaggio in carne ed ossa, attore di vicende più o meno comiche, come tutte le altre maschere della storia italiana. E’ i un simbolo, volendo un marchio, la cui forma essenziale, nel tratto e nei colori, in tutti questi decenni non ha mai perso di freschezza e attualità.L’allora Comitato Organizzatore dei Festeggiamenti del Carnevale richiese un manifesto “nuovo ma non estremo nella sua novità, che rappresentasse la natura vacanziera della città e ne descrivesse in sintesi gli aspetti peculiari, il sole, il mare, il Carnevale, le bellezze naturali”. Ma anche le due anime che da sempre convivono in Viareggio: la Darsena dei marinai e dei pescatori, dei costruttori di natanti, e la Passeggiata con i grandi alberghi, i caffè, la mondanità.
“ Così tutto fu fonte di ispirazione per Bonetti, le maglie dei bagnini, l’ombrellone a strisce bianche e rosse, l’azzurro del mare e del cielo (il colore dei Savoia assidui frequentatori delle spiagge della Versilia) e l’azzurro come colore dei costumi alla marinara. Ed ancora influenzeranno Bonetti i particolari del tipico abbigliamento dei pescatori, la magnosa ad esempio, o le mantellle di incerato color petrolio, e così si insinua anche la nota scura, nera della notte, e della pece dei calafati in contrapposizione alla luce, al giorno, al sole”. (Claudio Giorgetti)Così Bonetti ne parlò in una intervista: “Burlamacco fu una mia invenzione del 1930. Mi fu chiesto di fare un manifesto del Carnevale. Piacque subito. (…) Dopo l’uscita, nel 1931, del manifesto con l’accoppiata delle due figure sui moli, gli Zacconi mi riservarono una sorpresa. Un’autentica sorpresa. I veglioni di Carnevale, allora, si tenevano al Teatro Eden. E per il Carnevale1931 mi chiesero di disegnare un manifesto con le due figure a grandezza naturale.
Il cartellone fu posto sul palcoscenico e all’apertura della serata accadde un fatto straordinario di cui non ero proprio al corrente. Davanti alle due maschere si erano posti due ballerini con indosso lo stesso costume. Quando le luci si accesero i due ballerini si staccarono dal cartellone e scesero in platea fra la folla. Fu una trovata degli Zacconi. Non so quanto contribuì ad essa Ermete Zacconi, furono i figli probabilmente ad avere l’idea. E’ certo che l’avvenimento contribuì alla diffusione delle due maschere. Quel cartellone restò in teatro per diversi anni (…). In uno di quegli anni, non ricordo quale, Ermete Zacconi fece una tournée in Sud America. Quando tornò mi chiese informazioni sulla maschera, accompagnandole xon dei complimenti. Io cercai di schivare i suoi elogi: ‘Beh, insomma…grazie!’ E lui: ‘Ma non lo sa che cosa ha fatto lei per Viareggio, avere finalmente una sua maschera!’ Mi
Sezione composta da pezzi realizzati a stampa – di molti esistono in collezione anche gli schizzi preparatori e/o l’elaborato conclusivo – nutrita testimonianza di cinquantotto anni di attività di grafico di Bonetti (vedi sezione VIII).
Si tratta in gran parte di pezzi ormai divenuti unici.
Molti riguardano il Carnevale di Viareggio e il Premio Letterario Viareggio ma vi sono anche significativi esempi di pubblicità commerciale diffusa a livello nazionale.
L’attività di disegnatore satirico e caricaturista fu tutt’altro che secondaria nel complesso dell’opera di Bonetti. Fino al 1938 sovente firmava le caricature con lo pseudonimo di Burlamacco, nome della maschera da lui inventata
Tra i personaggi ritratti in collezione quelli di Luigi Pirandello, Marta Abba, F.T. Marinetti, Eduardo De Filippo, Elsa Morante, Sophia Loren, Giuseppe Ungaretti, Pier Paolo Pasolini, inoltre una caricatura fatta a Bonetti da Onorato e una fattagli da Lorenzo Viani.
Sezione composta da pezzi di varia natura, di alcuni dei quali si troveranno sviluppi successivi in altre sezioni (ad esempio le scenografie), ma che sono qui raccolti per la loro natura in gran parte più pittorica che progettuale. Fra gli altri alcuni acquerelli di soggetto carnevalesco, paesaggistico e a carattere sacro. Vedi anche sezione III
La sezione dimostra come l’attività scenografica e di allestitore non fosse solo occasionale e legata al Carnevale ma costante e molteplice e dedicata anche alla concezione di strutture non effimere ma trasportabili e riutilizzabili. Fra le realizzazioni più durature gli arredi per il Galeone Santa Monica, dapprima destinato a scopi cinematografici e poi riadattato ad American Bar, Ristorante e Discoteca, le strutture per la Fiera del Libro di Viareggio
Questa serie comprende una signifivativa raccolta dei disgeni e degli schizzi relativi alla genesi di Burlamacco, maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio, in gran parte elementi del Taccuino di Burlamacco e due schizzi per lo studio del manifesto definitivo del 1931. L’adesione di Bonetti al Futurismo è qui testimoniata da quattro disegni aerofutusisti. Infine 18 schizzi per le scenografie dell’Enrico IV di Pirandello.
Lo stretto e continuo legame di Bonetti con il Carnevale di Viareggio si estese anche alla progettazione di scenografie e arredi per la città di cui questa sezione ne rappresenta un significativo spaccato.
Sezione composta da pezzi relativi a bozzetti per copertine di libri e riviste di e su Viani. Rimaste allo stato di progetto sono tuttavia esemplari di questa attività che Bonetti esercitò con successo anche nell’ambito del Premio Viareggio di cui fu per un lungo periodo una sorta di Art Director (anni ’40-’60)
Sezione composta da bozzetti quasi tutti tradotti in realizzazioni (vedi anche Sezione I) per varie manifestazioni svoltesi in Versilia fra cui gli arredi e il manifesto della Fiera del Libro del 1956, il manifesto realizzato nel 1989 per la 57° edizione del Premio Viareggio e alcuni bozzetti inediti per i manifesti del Carnevale.
Piccola sezione con due esemplari dell’attività di grafico e illustratore di libri di Bonetti
La sezione archivistica della donazione composta di documenti che chiariscono le vicende di alcune realizzazioni della vasta produzione di Bonetti. Particolarmente prezioso un documento del 1956 che elenca tutte le collaborazioni effettuate dall’artista come scenografo e allestitore negli stabilimenti cinematografici Pisorno di Tirrenia fra il 1941 e il 1956.
La sezione è costituita in gran parte da foto di scena che documentano l’attività svolta da Bonetti come scenografo e allestitore cinematografico principalmente negli stabilimenti cinematografici di Pisorno a Tirrenia. Pregevole l’aspetto documentario di questa parte della donazione soprattutto per conoscere realizzazioni, anche sperimentali, che per ovvi motivi erano destinate alla distruzione. Le immagini si riferiscono a bozzetti e scenografie de Il Faro, Cronaca di due secoli, Aeroporto S 12, Le allegre notti di San Gimignano, Leggenda di una voce, La casa senza tempo, 10 canzoni d’amore da salvare, La brigata della speranza, Pellegrini d’amore.
Quest’ultima sezione, raccoglie materiale di varia natura che, inserito nella Donazione in un momento successivo e quindi non ancora incluso nelle eventuali sezioni di pertinenza. Comprende disegni, incisioni, stampe, manifesti e cinque copioni cinematografici dimenticati e “scoperti” dalla famiglia nello studio dopo la scomparsa dell’artista.