Senza titolo
AUTORE
COLLEZIONE
ANNO
1959
TIPOLOGIA
Grafica
NOTE
L’opera appartiene alla cartella collettanea denominata “Rimbaud”. Serie di nove incisioni, realizzate nel 1960 da altrettanti artisti su committenza di "un amateur" e ispirate al poeta francese, accompagnate da tre brevi interventi di poeti dedicate a Rimbaud. Tiratura: 97 esemplari in numeri arabi su carta Rives, 7 esemplari – da A a G – su carta Giappone, inoltre qualche esemplare su carta Moulin Richard – de – Bas. In collezione l”esemplare nr. 57/97.
SCHEDA CRITICO
JOAN MIRÓ
Barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983
Di essenziale importanza, per comprendere l’opera di Joan Miró, È l’origine catalana dell’artista. Nato a Barcellona, il 20 aprile 1893, dimostra fin dall’inizio della propria attività una forte gratitudine alla terra natale; le opere del primo periodo sono infatti un omaggio alle fattorie e ai villaggi della campagna vicina a Montroig, dove i genitori avevano acquistato una residenza. Nel 1912 inizia gli studi alla Scuola d’arte di Barcellona diretta da Francesco GalÌ e negli anni venti si sposta a Parigi dove, influenzato da Picasso e dall’avanguardia surrealista, arriva a spogliare la tela della componente figurativa e a inserire frasi e brevi testi animandoli con figure filiformi e arabeggianti su sfondo monocromo.
Nel corso degli anni trenta si dedica alla sperimentazione di tecniche innovative, nel chiaro intento di rivoluzionare la tradizionale pittura da cavalletto, attraverso l’inserimento di materiali desueti come gesso, filo di ferro e piume; anche la scultura sarà coinvolta dalla ricerca dell’utilizzo di materiali di recupero.
Si dedica con impegno all’arte grafica, passione che lo accompagna tutta la vita e lo lega inesorabilmente alle maggiori testate dell’editoria contemporanea attraverso l’illustrazione di testi di grandi autori; in molti casi, di quest’ultime grafiche viene prodotta una seconda edizione, firmata e numerata, destinata al mercato dell’arte. Incisore di rara sensibilità, Mirò sa dare voce a immagini fantasiose e fantastiche del suo universo onirico, attraverso un innovativo uso della linea e di colori brillanti, celebrando la rappresentazione simbolica della realtà. L’acutezza dimostrata lo porta nel 1954 a vincere il premio per la grafica alla Biennale di Venezia.
In età avanzata si cimenta nella ceramica, realizzando monumentali pareti di maioliche variopinte, realizzate per spazi pubblici, di cui sono un esempio il Muro del sole e il Muro della luna nella sede dell’UNESCO a Parigi.
Sharon Albanese