Senza titolo
AUTORE
COLLEZIONE
MISURE
22 X 29
ANNO
1959
TIPOLOGIA
Grafica
MATERIA E TECNICA
litografia
NOTE
L’opera appartiene alla cartella collettanea denominata “Rimbaud”. Serie di nove incisioni, realizzate nel 1960 da altrettanti artisti su committenza di "un amateur" e ispirate al poeta francese, accompagnate da tre brevi interventi di poeti dedicate a Rimbaud. Tiratura: 97 esemplari in numeri arabi su carta Rives, 7 esemplari – da A a G – su carta Giappone, inoltre qualche esemplare su carta Moulin Richard – de – Bas. In collezione l”esemplare nr. 57/97.
SCHEDA CRITICO
PABLO PICASSO
Malaga, 1881 – Mougins, 1973
Pablo Ruiz Picasso fin dalla tenera età riceve dal padre insegnante le nozioni tecniche fondamentali del disegno, in cui eccelle precocemente. Nel 1900, non sopportando piÙ la provincia, si trasferisce a Parigi, dove frequenta assiduamente i quartieri di Montmartre e Montparnasse, facendo la conoscenza di numerosi artisti. A seguito del suicidio di un amico, si dedica a una serie di quadri malinconici e inquieti che fanno ricorso a un impianto monocromatico. È l‘inizio del cosiddetto periodo blu (1901- 1904). I suoi dipinti, cupi e freddi con la prevalenza di toni del blu e del turchese, presentano come soggetti i poveri, gli emarginati, le creature sole e senza speranza. Nel 1904 conosce Fernande Olivier, sua futura moglie, modella in molte tele del successivo e piÙ felice periodo rosa, nel quale prevalgono Arlecchini, saltimbanchi, personaggi legati al mondo del circo, dipinti con i colori morbidi del rosa terracotta e le chiare tonalità dell’ocra. In seguito, il volume e la massa acquistano un significato maggiore e le forme della sua pittura si rifanno sempre piÙ alla scultura. Il quadro L’autoritratto (1906) con la sua struttura che sembra tagliata con lo scalpello preannuncia la sua grande opera Les demoiselles d‘Avignon (1907) che segna un innovativo cambio di direzione: le forme e i volumi del dipinto sono difatti scomposti, e le singole figure sono costruite secondo il criterio della visione simultanea da piÙ lati, ignorando qualsiasi legge anatomica. La riduzione del dato ai suoi elementi costitutivi formali fa sÌ che questo quadro possa dirsi punto di inizio di un nuovo concetto estetico, il cubismo. A una prima fase di “cubismo analitico” dove il paesaggio ha un ruolo marginale e l’artista dipinge soprattutto nature morte e volti e dove la figura formale ideale sembra essere il cristallo, segue l’introduzione nel quadro di lettere stampate, listelli di legno e altri oggetti trompe-l’oeil (“cubismo sintetico”). Negli anni ’30 Picasso inizia a godere di una solida notorietà e partecipa a numerosissime esposizioni, ma viene anche denigrato dal regime nazista come fautore di un’arte degenerata. Nel 1937 viene incaricato della realizzazione di una grande opera per il padiglione spagnolo dell‘Esposizione Universale di Parigi. Ispirato dalla notizia dello sterminio della popolazione nella città di Guernica, rasa al suolo da un bombardamento nazista, racconta la drammaticità dell’evento raffigurando una stanza con volti deformi, corpi sfatti e cavalli moribondi in un quadro, Guernica, che incarna al meglio il suo impegno morale e civile. Nel 1945, al termine del secondo conflitto mondiale, Picasso lascia Parigi, dove si sente oppresso, e raggiunge Antibes, sulle Alpi MarittIme francesi. In questa cittadina l‘artista, ormai universalmente acclamato, realizza opere gioiose con colori festosi e solari. Successivamente, si trasferisce a Vallauris, dove viene avviato alla modellazione della ceramica. Nel corso della sua lunga carriera, l’autore dimostra uno spiccato interesse per l‘arte grafica, dall’incisione all’acquaforte, dall’acquatinta alla litografia, realizzando opere esemplari sia dal punto di vista tecnico che iconografico per esprimere una grande varietà di contenuti, con forti componenti autobiografiche che si uniscono a temi letterari, classici, erotici e mitologici (in particolare legati alla rappresentazione del Minotauro). Tra le opere grafiche, si ricordano le 100 acqueforti su varie tematiche raccolte nella Suite Voillard, commissionate dall’editore Ambroise Voillard, e la serie di 66 lastre incise all’acquaforte e all’acquatinta nota come La Celestine, che illustra il capolavoro della letteratura spagnola Tragicomedia de Calisto y Melibea di Fernando de Rojas. A testimonianza del suo riconoscimento artistico, nel 1963 viene istituito a Barcellona il Museo Picasso, con un gran numero di dipinti, sculture e opere grafiche, in parte donate dallo stesso artista. Picasso muore a Mougins l‘8 aprile 1973, a 91 anni.
Maria Teresa Ronconi