Moses Levy, Ritornerà sul mare la dolcezza
03/02/2019 | 15/09/2019
a cura di Alessandra Belluomini Pucci
Comitato Scientifico: Alessandra Belluomini Pucci, Direttore scientifico GAMC, Paolo Bolpagni, Direttore Fondazione Ragghianti; Francesco Bosetti, Professore ordinario Diritto Privato, Perito ed esperto d’arte; Riccardo Mazzoni, storico dell’arte, scrittore, Claudia Menichini, storica dell’arte, Marzia Ratti, Direttore dell’Istituzione per i Servizi Culturali del Comune della Spezia.
Inaugurazione domenica 3 febbraio 2019, ore 11
La mostra
Un ricco repertorio di opere ( 115 tra le quali 36 inediti e 19 opere donate nel 1996 dalla famiglia Levy alla Città di Viareggio) raccontano il complesso e articolato vissuto artistico di Levy, che unisce lo sfondo europeo e nord africano della sua cultura e delle sue esperienze nei diversi paesi in cui ha vissuto - Tunisia, Italia e Francia - , e, da curioso e instancabile viaggiatore nei diversi luoghi che ha visitato, Spagna, Portogallo, Marocco, Olanda, Svezia.
Un insieme di esperienze eterogenee, in luoghi diversi, che consentirà al pubblico di entrare in contatto con la luce e i colori di Viareggio, e quindi le sue spiagge, il suo mare, le pinete, i suoi storici locali, e, al contempo, ammirare i colori e i paesaggi di altri meravigliosi luoghi del Mediterraneo: la magia dei deserti, dei mercati e delle danze arabe. Per celebrare il cinquantesimo anno dalla sua scomparsa, la Città di Viareggio intende rendere omaggio al suo cittadino d’adozione con una accurata mostra antologica finalizzata a rievocare la Viareggio cosmopolita e splendente del primo dopoguerra fino agli anni ‘50, eletta a luogo d’ispirazione, di passatempi e svaghi dall’élite culturale internazionale; in uno scenario dove tutto È armonia, bellezza e "joie de vivre", definito da D’Annunzio "il più bello dell’universo".
In questo contesto l’entusiastica fantasia di Moses Levy fa rivivere sulla tela le tonalità del mare, il bianco splendente degli ombrelloni, e i costumi colorati delle bagnanti. Come Picasso e Matisse in Costa Azzurra, Levy ritrae lo scintillio di quel mondo, restituendo con raffinata impressione gli effetti nel cielo, attraverso una straordinaria varietà tonale e stilistica, negli aquiloni, nelle vele oscillanti sul mare.
L’esperienza pittorica di Moses Levy È connotata da un carattere decisamente moderno della visione artistica quanto a autonomia della resa della forma e del colore, indipendenti dalla imitazione del vero di natura.
Su questa via lo hanno indotto le esperienze macchiaiole, prima, e, successivamente, ne hanno definito il carattere le ricerche legate alle coeve avanguardie pittoriche che lo portano dal superamento del divisionismo verso la conquista di una sintesi di tipo espressionista; lui stesso afferma in una intervista nel 1964, ""¦ Ho simpatizzato, sempre, con la pittura d’avanguardia, a volte, dicono che sono stato anche un precursore.Sono passato attraverso l’esperienza di una pittura che veniva dai macchiaioli, vista però in modo più nuovo; ben presto però me ne staccai e da quella maniera a valori tonali, mi volsi, nel ’33, ad un genere più dinamico, espressionista, non limitato.Cercavo di dare e di rendere la libera e vibrante sintesi della bellezza"¦".
Moses Levy in tutta la sua produzione dipinge ricercando l’impressione momentanea dell’esterno, riflesso di una visione sintetica interiore. Egli seleziona, nell’insieme dei punti di vista, quelli che danno la chiave di lettura assoluta dello spettacolo visivo prescelto; a queste norme aderisce lo studio della natura al fine di ricreare, attraverso una astrazione ritmica e formale, che mai viene meno ad un solido impianto disegnativo, classicamente toscano, l’ordine di rapporti che sottostanno alla nascosta armonia del paesaggio, rivelandone per corrispondenze e similitudini tra forme create e forme naturali, la fantasia e la poetica interiore dell’artista.
I suoi paesaggi più audaci e le nature morte, che Moses ritrae nei numerosi viaggi compiuti in Spagna, Portogallo, nei paesi nordici, in particolare nei territori del Magreb, rivelano la comune visione dei pittori di quella stessa generazione e il comune desiderio di impiegare il colore nel suo più alto grado di intensità, allo scopo di costruire le forme attraverso accordi tonali di colori puri.Presente fin dalle origini nella sua produzione, la costante ricerca di modernità che lo indusse, dagli esordi, a cimentarsi con le tecniche bidimensionali della xilografia per arrivare ad una sintesi coloristica che lo fecero definire da Elpidio Jenco ""¦
Disegnatore serrato, nutrito dell’esempio dei grandi maestri, Levy reca nell’arte dell’incisione il suo senso signorile e acuto della vita moderna. Moderno È il modo di interpretare la personalità delle creature che trascina all’altezza delle sue figurazioni (quanta verità superiore e intrisa di lirismo nelle sue donne di Sidi-Bayan, nelle sue molli danzatrici arabe impastate d’oriente, di ritmo, di piaceri e di profumi, nelle campagnole solide di certe raccolte d’olive sui colli toscani!)"¦".
Con questa importante rassegna si intende celebrare un artista che con competenza e abilità ha attraversato molteplici vie del Novecento attraverso una cifra stilistica personale estesa a più registri dove si rintraccia la vocazione ininterrotta all’originalità e alla squisita raffinatezza.
Con questa iniziativa l’Amministrazione intende inoltre approfondire e promuovere il confronto tra culture e sensibilità diverse, in questo senso Moses Levy, di religione ebraica, testimonia attraverso le non facili fasi della sua vita, la tragedia italiana della promulgazione delle leggi razziali del ’38, che lo vede, da perseguitato, abbandonare l’Italia e rifugiarsi prima a Nizza poi a Tunisi.
La mostra È stata realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, della Regione Toscana, di Assicurazione Generali Gargano Meciani, ICare Viareggio e alla collaborazione con l’Associazione culturale Ville Borbone e Dimore storiche della Versilia l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Sezione Territoriale di Lucca.
La biografia
Moses Levy nasce a Tunisi il 3 febbraio 1885 da padre inglese e madre italiana. Prende dimora con la famiglia a Rigoli (Pisa) nel 1899, e inizia a frequentare l’Istituto d’Arte di Lucca, dove conosce e frequenta Lorenzo Viani e Spartaco Carlini.Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze e ha modo di seguire gli sviluppi dell’arte fattoriana, presto determinanti per la sua attività. Già nel 1907 È premiato alla Biennale veneziana per la tempera La raccolta delle olive, e dopo la morte del padre (1908) alterna vari soggiorni tunisini alla frequentazione della zona di Rigoli e Viareggio. Partecipa a due delle "Secessioni" romane e all’Esposizione Internazionale d’Arte di Firenze, dove ottiene il primo premio per l’incisione.Ha una notevole attività espositiva, che lo fa conoscere al pubblico delle Biennali (cui partecipa sino al 1938) e del parigino Salon d’Automne.
Lo sfondo europeo e mediterraneo della sua cultura e della sua inclinazione, lo porta a sviluppare una sensibilità pittorica pressochè unica nel panorama degli anni Venti e Trenta del 900. Ancora nel 1923 ottiene il premio della seconda Biennale d’Arte Moderna di Roma. Viaggia e conosce quasi tutti i paesi europei, assorbendo molteplici influenze eppure conservando uno stile inconfondibile.Costretto a lasciare l’Italia (1939), risiede prima a Nizza e quindi a Tunisi, dove la sua presenza agisce da catalizzatrice per quella che sarà poi chiamata l’Ecol de Tunis, ai cui rappresentanti si deve la fondazione di una pittura che da un moderno concetto d’esotismo approda al rinnovamento delle lezioni dei coloristi che sulle due sponde del Mediterraneo si scambiavano competenze e intuizioni.
Finita la guerra, frequenta l’ambiente parigino e si stabilisce definitivamente a Viareggio, partecipando a numerose esposizioni di livello internazionale. Ha altresì un ruolo di rilievo la Mostra Storica di Palazzo Strozzi del 1967, Arte in Italia 1915-1935. Muore a Viareggio il 3 aprile 1968.