Soldato, 1918 Matita, china e tintura di iodio su carta, cm.35x24 |
"Allo
scoppio del conflitto, Viani si trova su posizioni di acceso interventismo:
una scelta che suona tradimento dell' ideale anarchico per gli amici
apuani, ma che tale non appare a chi, come lui, crede nel mito della
guerra democratica e rivoluzionaria; che è anche di Ceccardo
e di De Ambris e in generale di tutta una parte della società italiana
accomunata, pur sotto diverse bandiere, dalla stessa debolezza
ideologica. Richiamato il 21 luglio 1916, dopo alcuni mesi di attesa
a Genova parte per il fronte, dove resterà sino alla fine della
guerra e al congedo, il 1° gennaio del '19. E' un periodo
difficile la seconda, prolungata assenza da casa fatto di ansie,
sacrifici, marce forzate, ma anche di soste durante le quali scrive "come
si fa la guerra, a ondate confuse come l'ondate del mare nei giorni
di libeccio" e disegna ininterrottamente: visioni del Carso e della
ritirata, cimiteri di guerra, schizzi di soldati italiani e di prigionieri,
fermati sui taccuini o altrove, dove capita, su carta da batteria, garze
mediche e asciugamani, col carboncino, la tintura di iodio e persino
i fondi di caffè, ché l'attività del figurare,
già limitata alla grafica, si riduce ulteriormente ai materiali
di fortuna". (Paccagnini) Bibliografia: Paola Paccagnini, Cronaca
di opere e giorni, in Matteucci Giuliano, Paccagnini Paola (a cura di),
La collezione Varraud, Viareggio 1994 |