“Allo scoppio del conflitto, Viani si trova su posizioni di acceso interventismo: una scelta che suona tradimento dell’ ideale anarchico per gli amici apuani, ma che tale non appare a chi, come lui, crede nel mito della guerra democratica e rivoluzionaria; che è anche di Ceccardo e di De Ambris e in generale di tutta una parte della società italiana accomunata, pur sotto diverse bandiere, dalla stessa debolezza ideologica. Richiamato il 21 luglio 1916, dopo alcuni mesi di attesa a Genova parte per il fronte, dove resterà sino alla fine della guerra e al congedo, il 1° gennaio del ’19.
E’ un periodo difficile la seconda, prolungata assenza da casa fatto di ansie, sacrifici, marce forzate, ma anche di soste durante le quali scrive “come si fa la guerra, a ondate confuse come l’ondate del mare nei giorni di libeccio” e disegna ininterrottamente: visioni del Carso e della ritirata, cimiteri di guerra, schizzi di soldati italiani e di prigionieri, fermati sui taccuini o altrove, dove capita, su carta da batteria, garze mediche e asciugamani, col carboncino, la tintura di iodio e persino i fondi di caffè, ché l’attività del figurare, già limitata alla grafica, si riduce ulteriormente ai materiali di fortuna”. (Paccagnini)
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Autore: Viani Lorenzo
Bibliografia
Lorenzo Viani, Il Romito di Aquileia, pagine autobiografiche dai diari di guerra, a cura di A. Vivaldi (pref. G. Giorgetti Viani), Sarzana, Zappa, [1964].
Paola Paccagnini, Cronaca di opere e giorni, in Matteucci Giuliano, Paccagnini Paola (a cura di), La collezione Varraud, Viareggio 1994