Natura morta
AUTORE
COLLEZIONE
MISURE
19 X 20,5
ANNO
1921
TIPOLOGIA
Pittura
MATERIA E TECNICA
olio su cartone
SCHEDA CRITICO
Contrariamente a quanto farebbe supporre il resto di un talloncino incollato sul verso del cartone, quest’opera non fu esposta alla Biennale di Venezia del 1948, nÉ può identificarsi con una delle quattro “Composizioni di natura morta” presentate nell’occasione, che Luigi Menegazzi ha riconosciuto e segnalato recentemente nel catalogo generale di Gino Rossi. Le misure ridottissime e l’esecuzione abbreviata inducono peraltro a ritenerla uno studio preparatorio o, piÙ verosimilmente, l’abbozzo di un quadro di maggiori dimensioni rimasto incompiuto e tagliato in seguito.
Anche cosÌ, tuttavia, l’opera conserva la sua individualità per cui può situarsi con buona approssimazione nel secondo periodo creativo del pittore veneziano, quello successivo alla guerra e al traumatico ritorno. Sarebbe altrimenti difficile giustificare la nuova “coscienza plastica” ch’essa rivela e l’abbassarsi del colore in poche tinte austere e contenute: una mortificazione che il pittore impone alla sua tavolozza nel tentativo di restaurare i diritti della forma.
La brocca e le mele composte sobriamente nel piccole formato hanno rinunciato per sempre alla “leggiadria” degli smalti bretoni e buranelli e l’arabesco gauguiniano si È convertito in un segno veloce e sommario, puro limite di separazione tra i volumi. A raccogliere l’omaggio di Gino Rossi È ora evidentemente CÉzanne, in un tentativo di “ritorno all’ordine” di cui, come È stato detto, egli offre «la versione piÙ lirica e sommessa che si possa rinvenire nell’arte italiana del tempo» (F. Scotton, 1987-1988, p. 183).
“La Donazione Lucarelli”, a cura di G.Matteucci – R.Monti, Musei Civici di Villa Paolina, Viareggio,
1994, p. 72