Così, in primo luogo, il suo anarchismo: ‘Cosa sarei stato io, da 15 a 25 anni, senza l’entusiasmo della rivolta e della distruzione? Una barca senza timone a discrezione del vento’ (Viani). Ben difficilmente, infatti, potrebbe prospettarsi scelta più consentanea al carattere infiammato e irruento di Viani e in una situazione, poi, come quella della Versilia a cavallo del secolo, percorsa dalla disperazione, dalla fame e dalle prime rabbiose ondate di agitazione sociale. La sua militanza nelle file del movimento anarchico come vent’ anni dopo in quelle del fascismo appare in realtà complessa e polivalente. Un coacervo di razionalità e istintualità in cui la componente ideologica, mutuata su testi di largo consumo (la Società al domani della rivoluzione di J. Grave, Gli ultimi giorni della Comune di Michelet, le Memorie politiche di F. Orsini, Dio e Stato di Bakunin, L’anarchia nell’ evoluzione socialista di Kropotkin, La peste religiosa di Proudhon), ma anche sul mito di figure allora leggendarie quali Sante Caserio e Paolino Pallas, nonché sulla conoscenza diretta di personaggi noti e di largo seguito in Versilia come Pietro Gori, Andrea Costa e Luigi Salvatori, si fonde, senza potersene più districare, con tutta una serie di motivi squisitamente sentimentali: il ribellismo, lo spirito libertario, il senso istintivo della solidarietà coi sofferenti e gli oppressi, l’idea irrinunciabile della fierezza individuale. Questo, il viatico per un’ esperienza che dalla fine del secolo si protrae almeno sino a tutto il primo decennio dell’ altro, rasentando arresti e processi; primo dei quali quello del 1901, con l’accusa di appartenere al gruppo della ‘Delenda Chartago’”. (Paccagnini).
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Autore: Viani Lorenzo
Bibliografia
Lorenzo Viani, Il Romito di Aquileia, pagine autobiografiche dai diari di guerra, a cura di A. Vivaldi (pref. G. Giorgetti Viani), Sarzana, Zappa, [1964].
Paola Paccagnini, Cronaca di opere e giorni, in Matteucci Giuliano, Paccagnini Paola (a cura di), La collezione Varraud, Viareggio 1994