Lorenzo Viani: Benedizione Dei Morti Del Mare, sintesi di un periodo artistico

GAMC immagine opera, Lorenzo Viani, BENEDIZIONE DEI MORTI DEL MARE 1914-1916, Olio su tela, cm.192x394
BENEDIZIONE DEI MORTI DEL MARE 1914-1916
Olio su tela, cm.192×394 Firmato e datato in basso a destra
Acquistato nel 1925 dal Comune di Viareggio per lire 12.000 Premiato alla Biennale di Venezia del 1922
Le vecchie donne dei pescatori aspettano da tante ore sui poggi aspri di pagliole recitando il rosario: nere sul fondo del mare cinereo sembrano vecchie polene spalmate di pece, relitti di un grande naufragio… (Lorenzo Viani, 1934)

La ‘Benedizione dei morti del mare’ è un’opera cruciale, sintesi di un periodo artistico del Viani e della sua capacità di fondere linguaggio antico e linguaggio moderno una specie di summa di tutto ciò che fino a quel momento egli aveva visto, compreso, sperimentato.

Un canto corale sulla sacralizzazione del dolore umano, la simpatia, la solidarietà. Espressionismo, gusto dei Primitivi, simbolismo, nabis, scultura negra, come dire tutti i linguaggi chiamati a raccolta affinché nessuno potesse dire di non aver capito, chiamati ad esprimere un medesimo concetto: la tragedia di esseri umani afflitti dalla povertà ma in grado di esprimere sentimenti tanto alti da fare di loro dei personaggi sacri.


Scrisse Viani a proposito delle xilografie relative e del quadro: «Chi conosce da vicino l’ordine e la disciplina del mio lavoro, non si meraviglierà se queste tavole sono di una sintesi che un mio amico ha definito DISPERATA! Il concetto che ha informato il mio lavoro mi ha portato a questa sommarietà di espressione che voglio sviluppare fino a che non sono giunto alla linea pura. Siccome penso che l’arte sia fenomeno di volontà ho dato a quest’opera quello speciale carattere primitivo nella disposizione dei gruppi, per rendere il concetto più vasto: universale!

Così ho potuto armonizzare nella “Benedizione dei morti del mare” le figure che qui appaiono in tavole frammentarie (…) Scene tra loro lontane nel tempo che dicono tutti gli stati d’animo di questa gente».
L’impianto formale nel suo complesso si ispira ad una rappresentazione sacra, evoca una crocifissione, in particolare quella del pulpito pistoiese di Giovanni Pisano nella distribuzione dello spazio, dei pieni e dei vuoti, nei gesti; i singoli gruppi richiamano episodi salienti della vita di Cristo: le figure nella parte sinistra possono essere considerate nell’insieme una adorazione del bambino al femminile; un evidente citazione della “pietà” si ha nelle due figure arretrate nel centrosinistra del quadro, così come le tre figure centrali a destra sono una Madonna sostenuta dalle pie donne. E poi madonne-madri che stringono i loro figli in disperata rassegnazione.


Il grande protagonista è il dolore, conosciuto nelle sue cause ed effetti; se le figure sono composte secondo una tradizione consolidata, i volti sono maschere tragiche e deformate, i corpi nascono dai segni duri e spezzati della pittura espressionista mutuata dalla scultura lignea medievale e da quella africana; si noti il contrasto fra la dura sintesi dei loro connotati e la tenerezza, il meticoloso realismo con cui Viani dipinge il bimbo centrale, con il collettino bianco e la galina azzurra ai calzoncini corti.


La donna che abbraccia il naufrago ha gli occhi pesti e nel suo gesto vi è tutta la passione della sua ansia, l’uomo è rigido come un pezzo di legno, ancora scioccato per essere scampato alla morte, sospeso in una pausa, forse non sa capacitarsi di quanto la donna abbia attesto, pensato e temuto; è un orrore visto da due differenti punti di vista. Con le tre donne nel centro a destra Viani esprime tutto intero il tragico destino delle donne condannate ad attendere. La figura centrale è una vedova, il congiungersi delle mani e delle braccia tese e spezzate, il nero che appiattisce i tre corpi e li rende uguali quasi fossero uno unico è raffigurazione della simpatia, come nella crocifissione il tenere le mani alla Madonna significa sostenerla e compassionarne il dolore.


Nel gruppo di donne all’estrema sinistra, il volto di quella frontale non è una maschera ma un viso con una propria individualità, dolce, evoca i lineamenti della Madonna. È una madre che porge il figlio così come la Madonna porge suo figlio all’adorazione ma qui sono le donne che sanno accoglierlo e consolarlo (dell’esser nato). Una dimensione ancora tutta femminile, questa volta di fronte ad una creatura che si sa già destinata ad una esistenza difficile, cupa tormentata. L’unica eredità che si passano i poveri è la consapevolezza del dolore della vita.
La ‘Benedizione’ ha la ieratica calma della composizione civile”. (Serafini)

 

Autore: Viani Lorenzo

Bibliografia

L'iconografia del dolore: Lorenzo Viani e Giovanni Pisano. Ipotesi e suggestioni, Pacini Fazzi, Lucca, 1995

Il linguaggio della passione in Lorenzo Viani e Andrea Lippi. La lezione di Giovanni Pisano, altre fonti, letture e scritti, Lucca, Pacini Fazzi, 1995