L’occasione di imparare un mestiere gli giunge presto da Fortunato Primo Puccini, barbiere da camera e parrucchiere teatrale, presso cui s’impiega come garzone. L’esperienza nella bottega di via Regia, protrattasi poi in quella di Narciso Fontanini e destinata verosimilmente a occupare tutto lo scorcio del secolo, si rivela per Viani determinante. Iniziano ora gli incontri e le frequentazioni con la gente del suo paese; marinai, pescatori, artigiani e calafati che giornalmente avvicina nella bottega del Puccini e coi quali si ritrova a sera per le strade e le piazze della vecchia Viareggio. Il mare e l’ambiente della darsena, già scoperti nel corso di quei suoi primi vagabondaggi che sfogavano l’insofferenza alla disciplina scolastica, divengono oggetto di un amore appassionato, esclusivo.
‘ Il mio mare dirà più tardi è quello che sa di pece, d’aringhe, di musciame, di tonnina, il mare che frange tra ripe lutulenti, mare torbato dagli spurghi delle fiumare e delle chiaviche. […] Non il mare climatico, quella tal lavanda d’ametista e benzuino, bleu oltremare, e biacca stemprata col giallo canado. Non ombrelloni parasoli’(Viani).
Ma, con gli uomini della darsena, la bottega del Puccini accoglie da vero porto di mare ogni genere di frequentatori: accattoni, vagabondi, reduci dalle patrie battaglie, carcerati, storpi, ubriachi, visionari, gente trascurata dalla vita e dalla società, che si fissa negli occhi e nella mente di Viani in modo incancellabile, condizionando anche per l’avvenire la sua capacità di vedere. Qui, in tutti i modi, egli compie il proprio tirocinio educativo; che come quello degli autodidatti ha in ogni campo
il carattere dell’irregolarità e della sporadicità e per unica norma l’istinto”.(Paccagnini)
“Per Viani gli anni dell’apprendistato da barbiere segnano anche e soprattutto l’avvio della sua educazione culturale e artistica. In bottega legge i primi libri, scovati nel ripostiglio o che il caso e gli amici gli mettono nelle mani: ‘Il libro dei sogni, Il buco nel muro di Francesco Domenico Guerrazzi, l’Aristodemo del Monti, il Caio Gracco e la Divina Commedia, edizione Perino da un ventino il vo/ume’ (Viani). L’elenco è destinato ad allungarsi con i nomi di Hugo, Walter Scott, Zola e Dostoevskij, di Carducci, Pascoli e D’Annunzio, per quanto non sia agevole ricostruirlo stando alle citazioni approssimative e spesso devianti che Viani ne darà più tardi nei suoi libri. Molti, certamente, sono i romanzi letti a puntate sulle riviste e nelle dispense popolari cui poteva avere più accesso nel suo ambiente: come confesserà a proposito di Mirbeau e Richepin. E, accanto ai libri, ecco i primi quaderni di appunti e i primi disegni, schizzati su carta di fortuna o semplicemente tracciati con le dita sul vetro appannato: ritratti, per lo più, dei clienti che capitavano in bottega e nei quali può mettere a profitto quel “senso plastico” che la pratica del mestiere gli ha insegnato”. (Paccagnini)
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Autore: Viani Lorenzo
Bibliografia
L.Viani, introduzione al catalogo della Mostra Viani, Viareggio, Piazza Shelley, luglio - settembre 1930, p. 12
Paola Paccagnini, Cronaca di opere e giorni, in Matteucci Giuliano, Paccagnini Paola (a cura di), La collezione Varraud, Viareggio 1994